Bene. Sei appena arrivat* qui. Benvenut*, grazie per avermi fatto visita. Se vuoi, mentre ti togli la giacca e ti accomodi vicino a me mentre ti racconto questa storia, metti un po’ di musica d’atmosfera. C’è una playlist qui sopra. Click. E’ partita? Bene.
Mi piace avere un po’ di musica in sottofondo quando racconto, sai? Mi sembra di essere dentro a un film dove c’è un monologo importante. Tu versati pure un bicchiere di vino, o metti in infusione una tisana, sto per partire.
L’importante è che tu ti sia messo comod*.
“Nuvola” è tratta dall’omonimo libro di Alice Brière-Haquet e Monica Barengo per Kite Edizioni, che gentilmente mi ha ceduto l’immagine di copertina per l’artwork del singolo (credits: Marcello Della Puppa – Produzioni Atlante).
1. COM’E’ NATA NUVOLA?
Il libro mi è stato regalato da Chiara Patronella (la stessa amica che mi ha regalato “Domani inventerò”, finita poi in “Antifragile”) ho subito pensato che avesse una scrittura molto musicale, e qualche anno dopo, in un aprile molto piovoso dentro e fuori ho scritto musica e parole in pochi minuti.
In testa avvertivo una sonorità a cavallo tra David Sylvian e Cristina Donà, rarefatta, elegante e allo stesso tempo emotiva. Quasi istintivamente ho avvertito che la voce di Chiara Vidonis fosse perfetta per un duetto, perciò ho messo in macchina microfono, scheda audio e computer e sono partita alla volta di Trieste per farle sentire il provino.
2. LA PRODUZIONE
A Chiara il provino è piaciuto e mi ha regalato la sua voce, abbiamo passato un intero pomeriggio a improvvisare cori su cori che poi successivamente sono stati tutti tenuti e registrati in bella copia al Noshoes Recording Studio da Stefano Pivato, il mio produttore. Tuttavia sentivo di aver bisogno anche di un pianoforte dal tocco delicato e sognante, e ho chiamato Licia Missori, che a distanza, senza troppe indicazioni di forma (“Fammi un pianoforte alla Sylvian“) ha registrato una parte perfetta per il mood.
Qualche mese dopo, le chitarre ambient di Claudio Russo hanno aggiunto il tratto emotivo mancante. Armato di Headrush, una chitarra con molto sustain e pedale ha ricreato un effetto molto simile a una pedal-steel.
Sono legata molto a questo brano perchè contiene tante energie femminili quante maschili in perfetto equilibrio. Ci sono giorni un po’ così, in cui niente sembra andare bene. Ci sentiamo avvolti da una nuvola, e non riusciamo a mettere a fuoco le cose, neppure se il cielo è luminoso. Questa nuvola rende tutto triste e nebuloso. Ma se sappiamo aspettare, spesso, il giorno dopo quella nuvola è passata, e tutto ci appare finalmente più chiaro e riconoscibile. Una storia che parla delle nostre giornate storte e della malinconia, e ci spiega che, se abbiamo pazienza, quella a breve se ne andrà via.
3. IL TESTO
Ti svegli ad Aprile
Con un’ombra in faccia
Oscura la luce, oscura la vista
L’ombra si posa sulle cose belle,
le rende più spoglie, le rende più lente.
Piove dentro me una grandine molto violenta,
pensavo fosse una nuvola.
E più scende giù diventa polvere,
diventa nebbia
e tu vai a fari spenti.
Ci sono giorni un poco stronzi,
non torna nulla,
non si sa perché.
Bisognerebbe guardare oltre
Semplicemente,
far finta di niente.
Rischi di cadere,
meglio fermarsi ad aspettare.
Il tempo s’aggiusta,
lascia che passi il temporale.
Piove dentro te una grandine molto violenta
Ne vedo sulla tua guancia
Gocce un poco liquide di una perturbazione atlantica
Che non sembra cessare.
Ci sono giorni un poco stronzi,
non torna nulla,
non si sa perché.
Bisognerebbe guardare oltre
Semplicemente,
far finta di niente.
Arriva maggio,
al tuo risveglio,
si apre un fiore tra testa e cuore.
Dopo la pioggia
c’è la carezza,
c’è la speranza
E’ primavera anche per te.
4. IL VIDEO
Quando abbiamo cominciato a girare sia Chiara che io eravamo in zona rossa e ho avuto l’idea di riprendere una nostra giornata dalla mattina al tramonto, lei a Trieste, io a Padova. L’idea è quello di raccontare la contemporaneità armate solo di fotocamera del cellulare, senza filtri, il nostro oggi, le nostre Nuvole.